Lucio Dosso

(1958-2019)

Ricordo di Michele Bajo




                                             

                                                       




                                                  di Michele Bajo (Vai al LINK)


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Lucio Dosso  è mancato il 25 settembre, dopo una lunga e grave malattia, a Udine. Faceva parte dei chitarristi che io conoscevo bene personalmente, fin dagli anni 70, e stimavo molto.

Il 10 gennaio 2020 avrebbe compiuto 62 anni.


Lucio Dosso era nato a Roma, era allievo di Sergio Notaro dal 1973 o ’74 circa, alla cui famosa scuola Centro Romano della Chitarra egli successivamente fu anche insegnante. Già dal 1978 era un concertista in grado di destare l’attenzione del pubblico più esigente, e primi posti a concorsi importanti, il Sor di Roma, il Segovia di Madrid, rispettivamente nel 1987 e 1989, lo attestavano.


Nella sua formazione - anche - in particolare Manuel Barrueco (chiamato per la prima volta in Italia, a Roma, per concerti e master class da Sergio Notaro) lasciò il segno, a punto tale da influire persino sulla scelta dello strumento (Robert Ruck, USA).

Il suo stile, le sue interpretazioni erano raffinate, cristalline, curate, avevano un qualcosa di aristocratico.


Fra l’altro era un “autorevole” interprete di Sor, capace addirittura di presentare rari recital monografici dedicati a questo compositore.


Nell’aprile del 2003 fu invitato da chi scrive per un concerto nel Duomo di Klagenfurt, nell’ambito della rassegna Maestri della Chitarra, in quel concerto eseguì una sonata per pianoforte di Mozart da lui trascritta (KV 545).

In quel periodo era titolare di cattedra al Conservatorio di Cosenza, ma abitava nel centro di Udine.


Dopo 12 anni al Conservatorio Vivaldi di Alessandria (2005 fino ottobre 2017), nei pressi del quale risiedeva, nel novembre 2017 aveva ottenuto la cattedra al Conservatorio Tartini di Trieste, quindi piuttosto vicino alla sua casa a Basiliano nei pressi di Udine. Tuttavia la sua malattia di lì a poco non gli permise più di insegnarvi regolarmente, o per un lungo periodo di tempo.


Io avevo appreso l’8 settembre da Pier Luigi Corona, in una visita privata a casa sua, che il suo stato era peggiorato, circostanza dalla quale desumevo che una guarigione poteva essere esclusa. Ma mai mi sarei immaginato che si trattasse, ormai, di giorni. Corona, anche egli romano ed allievo di Notaro – già prima di Lucio – nonché insegnante presso il Centro assieme a Lucio dall’inizio degli anni 90 è ugualmente titolare di cattedra a Trieste. Quindi, dal novembre del 2017, dopo circa 40 anni, i due ex-allievi del sommo, indipendente didatta romano erano divenuti colleghi presso lo stesso conservatorio.


Potrei scrivere e raccontare ancora molto su Lucio, ma andrebbe oltre il perimetro del presente “Info”. L’Italia perde con lui non solo un eccellente chitarrista, ma anche un importante docente, un coerente musicista che al servizio della musica e della cultura ha sempre seguito una linea chiara e dritta, con la quale compromessi assai (anzi, sempre più) diffusi non erano compatibili.

Questo era uno dei principali motivi per i quali, purtroppo, nel corso degli anni aveva alquanto ridotto la sua attività concertistica.


In suo ricordo viene incorniciato ed appeso nella scuola di chitarra dell’autore (Gitarre-Lernstudio Bajo) un manifesto autografato di un suo concerto in Germania, che il sottoscritto contribuì ad organizzare. Mancherà molto a tutti coloro che lo hanno conosciuto.


CIAO, LUCIO, GRAZIE!