Il CD del mese

Novità discografiche

di Cristiano Poli Cappelli

È con grande piacere che mi trovo a scrivere su una recente uscita discografica dedicata ad un autore importante come Alexandre Tansman, interpretato magistralmente da un chitarrista che non è più una promessa ma, da diversi anni, una realtà del mondo chitarristico attuale: Andrea De Vitis, chitarrista pluripremiato in innumerevoli concorsi, presente nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali e che si sta facendo strada per le sue grandi doti interpretative e per la sua raffinatezza.

     

In questo cd De Vitis si misura con musica estremamente affascinante ma, al contempo, complessa ed insidiosa.


L’opera di Tansman è tanto celebre - se guardiamo ad opere come la Cavatina e la Danza pomposa o la Suite in Modo Polonico - quanto sconosciuta se guardiamo invece ai brani postumi recentemente pubblicati. Ritengo che accostarsi alla musica di Tansman sia sempre ostico e richieda una certa dose di coraggio, o di lucida follia.


Un po’ come il Colombre da cui, come nel celebre racconto di Dino Buzzati, tutti noi

Il Cd prosegue con la Cavatina a cui segue la Danza Pomposa, brano che formalmente non ne fa parte ma viene giustamente inserita in coda: Segovia considerò di fatto quest’opera come un finale della Cavatina e cosi veniva eseguito dal maestro spagnolo.


I Pièce brèves pour guitare sono un gruppo di brani brevi ed interessantissimi, purtroppo poco eseguiti, forse perché nascondono notevoli insidie tecniche ed interpretative. Si tratta di brani la cui genesi - secondo l’opinione di F. Zigante che cura il booklet del cd - si può collocare tra il 1965 e 1968 e che hanno molti elementi stilistici simili all’Hommage à Chopin ed alcuni brani della stessa Suite in modo Polonico. Anche qui De Vitis dà prova di una maturità artistica notevole: la sua lettura della Berceuse - boîte à musique è semplicemente magnifica.


L’Hommage à Lech Walesa, l’ultima opera per chitarra scritta da Tansman, nel 1982, ha un respiro più ampio dei Pièces brèves e mantiene altissimo il livello interpretativo del cd.

     



fuggiamo perché rappresenta e ci costringe a fronteggiare le nostre paure più intime, la musica dei grandi autori richiede un rispetto ed un’umiltà notevoli, uniti alla solida consapevolezza dei propri mezzi.


E tutto questo si percepisce fin dal primo ascolto di questo splendido CD, eseguito con la consueta arte dal chitarrista italiano.


L’aspetto su cui vorrei soffermarmi maggiormente è quello relativo alla analisi di materiali a disposizione fatta da De Vitis.


L’operazione di ricostruzione e ricerca dell’opera di Tansman risulterà importantissima negli anni a venire. Il Cd si apre con tre brani che, a quanto mi risulta, sono del tutto inediti e registrati qui per la prima volta: Gaillarde, Dumka e Danse des Haydouks. Si tratta di 3 brani che, nell’idea di Tansman, dovevano far parte della Suite in Modo Polonico, o meglio del corpus chiamato In modo Polonico pour guitare, e che furono in seguito eliminati da Andrès Segovia.


Eseguiti nell’ordine scelto da De Vitis per questa produzione, sembrano quasi costituire una piccola suite a sé stante, visto il loro carattere diverso e contrastante che viene reso con notevole brillantezza ed la grande dolcezza riservata alla Dumka.

Seguono 5 Mazurche che hanno genesi del tutto differenti. La prima mazurka, datata 1925, è il primo brano scritto da Tansman e, come fonte primigenia, ha in sé moltissimi elementi tipici della scrittura dell’autore polacco: pedali su corde a vuoto, melodia accompagnata, ripetizioni di triadi, elementi, questi, uniti ad una grande luminosità delle idee musicali contenute in questa prima opera.


Al contrario, nelle successive mazurche i toni si fanno molto più cupi e noir, ondeggiano tra momenti di grande malinconia a schemi accordali ossessivi che quasi mai, realmente, proiettano l’ascoltatore in un ascolto ottimistico e luminoso.


È in questo genere di composizione che si può apprezzare la notevole interiorizzazione di queste opere da parte di De Vitis, la sua predisposizione ad entrare emotivamente in un mondo musicale che si può esplorare solo se si è dotati di una speciale bussola interiore: un istinto che può far comprendere a livello quasi irrazionale qual è il timbro da utiizzare, quale è il messaggio da trasmettere all’ascoltare, qual è il tempo corretto da scegliere, anche laddove le indicazioni

dell’autore sembrano quasi trarre in inganno - basti pensare all’indicazione “allegro ma non troppo” della terza mazurka.


Il cd termina con la Suite in modo Polonico, nella versione inizialmente concepita da Tasnman, in cui si possono ascoltare piccoli interventi rispetto all’edizione pubblicata da Segovia.


Anche questa lettura è di altissimo livello, con un contrappunto nitido, un suono dolcissimo ma di grande personalità ed una raffinatezza fuori dal comune, come d’altronde raffinata è tutta la lettura data da De Vitis a questa musica magnifica.



Cristiano Poli Cappelli




TANSMAN, A.: Guitar Solo Works (Complete), Vol. 1

A.De Vitis, guitar




Catalogue No: 8.573983


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