Il CD del mese

Novità discografiche

di Cristiano Poli Cappelli

Come spesso è accaduto nella storia della composizione per il nostro strumento, diversi autori che non sapevano suonare la chitarra si sono cimentati nella scrittura per le sei corde. Spesso e volentieri, basti pensare a Mario Castelnuovo-Tedesco o Alexandre Tansman, i risultati sono di livello assolutamente alto. Vicente Asencio fa parte di questa categoria di compositori e le sue composizioni sono universalmente riconosciuta come capolavori.


In pieno ‘900, molti autori hanno percorso strade distanti da quelle solcate dall’avanguardia musicale e dalle nuove sonorità che la musica colta stava ricercando incessantemente, giungendo ai limiti della sperimentazione.


Asencio, in questo senso, si colloca in un ambito molto più tradizionale nel quale si muove alla ricerca di un’identità personale e culturale: un’identità ispanica ma, ancor più profondamente valenzana.

La Cançó d’hiver è la prima opera per chitarra scritta da Asencio ma non mostra segni di immaturità: vi si trovano i tanti elementi malinconici che caratterizzano la sua scrittura per chitarra, una scrittura che sembra voler assecondare la natura dello strumento, la natura mesta e calma, pur se con un’anima infiammabile.


In effetti, si tratta delle medesime caratteristiche richieste al bravo interprete, e che Mesirca mostra di possedere senza alcun dubbio.

     

Anche la Suite de Homenajes, come  i Collectici Íntim, trova la sua origine dal rapporto con Narciso Yepes che mostra ad Asencio le infinite potenzialità dello strumento. I tre omaggi - a Domenico Scarlatti, Manuel De Falla, a Federico García Lorca - non si allontanano dallo stilo compositivo di Asencio e dai caratteri che lo contraddistinguono, ovvero una malinconia fortemente evocativa, una forte energia anche se contenuta e tenuta a bada da una sorta di “educazione formale” raffinata ed aristocratica.


A questi elementi si aggiunge un elemento di sensualità che sostiene il Tango de casata infiel: anche in questo contesto Mesirca si mostra a suo agio con una grande capacità di trovare un equilibrio tra l’energia sensuale del tango e le sempre presenti note malinconiche di questa musica.


La sua musica viene interpretata in questo CD da Alberto Mesirca, chitarrista energico e raffinato, che mostra fin da subito di cogliere ed evocare lo spirito che aleggia in queste composizioni.


La scelta è di aprire il cd con i Collectici Íntim, una raccolta di brani scritta nel 1965 su richiesta del suo allievo e, ormai divenuto celebre, chitarrista Narciso Yepes.


Si tratta di 5 brani, di richiamo indubbiamente popolare, di grande calma e rotondeggianti, privi di spigolosità musicali e tecniche. Richiedono all’interprete notevoli doti di cantabilità e di fraseggio, necessarie per dare vita agli elementi ripetitivi che devono essere resi vitali e colorati da una certa ricchezza timbrica.


Anche i brani più brillanti non perdono mai un carattere introspettivo, nonostante la frenesia manifestta: in questa prospettiva, lo spirito generale della raccolta mi ricorda - non per tecnica  compositiva ma per il clima intimo che viene evocato - Platero Y Yo di Castelnuovo-Tedesco.


In questo contesto tuttavia l’energia contenuta nei brani più brillanti è incontenibile e resa con una notevole forza da Mesirca che muta velocemente atteggiamento interpretativo con esperienza e musicalità.

La Suite Valenciana, dedicata ad Angelo Gilardino e pubblicata nel 1973, in tre movimenti (Preludi, Cançoneta, Dansa) sembra essere la rappresentazione musicale di quegli ideali mai rinnegati espressi dal Grupo de Jovenes, gruppo che doveva promuovere una cultura musicale valenzana, con le sue caratteristiche di ricchezza timbrica ed i richiami ai paesaggi ed alla cultura di Valencia.


Si tratta in effetti degli stessi presupposti da cui trova ispirazione la Danza Valenciana, che precede questa suite di qualche anno.

     

Termina questo splendido cd la Suite Mistica del 1971, (Getsemani, Dipsô, Pentecostés), Il primo brano ad essere composto è Dipsô, termine che viene utilizzato per riferirsi all’agonia del Cristo che viene rappresentata  piena di pathos e di passione, in un recitativo privo di elementi di forte drammaticità ma bensì colma di introspezione.


Da questo brano nascerà l’idea, suggerita da Andrès Segovia, di creare la Suite, inizialmente chiamata Suite Evangelica e successivamente rinominata Suite Mistica dallo stesso Segovia.


È un’opera emozionante e piena di significati simbolici più o meno manifesti: ad esempio il lungo ed incessante arpeggio finale rappresenta la discesa dello Spirito Santo a dare forza e coraggio agli apostoli in vista della futura missione che andranno a compiere.


Si tratta di un Cd di notevole valore, come di assoluto valore sono le composizioni dell’autore spagnolo: meritavano una collocazione precisa e meritano un’interpretazione nitida e raffinata quale è quella di Alberto Mesirca.


VICENTE ASENCIO

Complete guitar music

Alberto Mesirca




Catalogue No: 95806

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La sua è una lettura sempre a fuoco: il rischio che si poteva correre era quello di indugiare in modo troppo mellifluo nelle suggestioni della musica, spesso malinconica ed introspettiva. Al contrario l’interpretazione di Mesirca è da un lato malinconica e misurata ma, quando necessario, asseconda e cavalca l’anima popolare ed energica della musica stessa.


Cristiano Poli Cappelli