Il CD del mese

Novità discografiche

di Cristiano Poli Cappelli

La musica di Manuel Maria Ponce riveste per il repertorio chitarristico di un’importanza notevole e, come spesso accade, la figura monumentale di Segovia si accosta alle valutazioni ed alle analisi da fare in merito.


Segovia e, a seguire, un numero enorme di interpreti si sono cimentati nella musica di Ponce, a volte incidendo le loro interpretazioni.


In alcuni casi, abbiamo ascoltato grandi interpretazioni della sua musica.


Prima di ascoltare l’”ennesima” incisione della musica del compositore messicano, so già - conosco benissimo il Saggese chitarrista - che mi troverò di fronte ad una notevole interpretazione, per accuratezza interpretativa e per l’entusiasmo che, normalmente, Christian Saggese ci trasmette: in effetti l’ascolto attentissimo del Cd non mi delude.



L’approccio è molto energico e ritmico - l’elemento ritmico è uno degli elementi che più collega la musica di Ponce al folklore musicale messicano - ma muta con grande velocità carattere quando la musica presenta gli elementi del secondo tema che è molto più dolce e cantabile.


Un altro elemento che ho apprezzato è la sincerità e la trasparenza con cui le idee musicali del compositore vengono tradotte in una interpretazione senza fronzoli o ammiccanti “rubati” o clichés musicali: debolezze in cui, spesso, si cade eseguendo questo tipo di brani.


La lettura di Saggese è limpida e del tutto trasparente. Anche i movimenti seguenti sono splendidi: l’Andantino affettuoso in 5/8, reso in modo dolce ma senza perdere di vista l’interessante movimento ritmico dei bassi; l’Allegretto in tempo di serenata, spensierato e misurato; l’Allegretto un po’ vivace, che riprende elementi ritmici del primo movimento ed in cui Saggese sfoggia tecnica inesorabile ma anche un grande gusto musicale.

     

La Sonata III è un’opera complessa e dotata di un primo tempo che potremmo quasi definire “frammentario”, sia per il carattere del primo tema, sia per il numero di ulteriori elementi tematici che vi troviamo, elementi che si differenziano per ritmo e carattere così come per texture e ritmo. Saggese ne dà una lettura molto solida, resa ancora più personale da alcune piccole ma rilevanti modifiche fatte al testo revisionato da Segovia (ad esempio una maggiore durata di molti bassi). Il risultato è un primo movimento (Allegro moderato) splendido.


La Chanson e l’Allegro moderato finale scritto in forma di Rondò sono su un pari livello interpretativo. Nella Chanson ho apprezzato molto il non indugiare in un tempo eccessivamente lento, cosa in cui eccedono molti interpreti alla ricerca, forse, di un’intensità che è sufficiente trovare nella musica stessa. Stessa attenzione “agogica” viene dimostrata nell’ultimo movimento che spesso induce a corse contro il tempo: Saggese è misurato e non ha bisogno di dimostrare di possedere una tecnica impeccabile.

     

Saggese si cimenta con alcune delle opere più interessanti di Ponce, concentrandosi sulle Sonate e sulla Sonatina Meridional.

     

La prima opera del CD, La Sonatina Mexicana, è forse il brano che meno - ce lo conferma Angelo Gilardino nelle sue note alla registrazione - risente dell’influenza di Segovia e che si può far risalire alla “seconda” epoca del compositore messicano, nella quale egli cerca di trovare una sintesi tra l’esperienza musicale classica europea e gli elementi caratterizzanti l’espressione musicale popolare della sua nazione.


La Sonata mexicana non viene immediatamente eseguita da Segovia, il quale aspetterà, probabilmente, circa un paio d’anni per una prima esecuzione che avviene, anche qui probabilmente, nel 1925. Bisogna attendere addirittura il 1967 per una prima incisione discografica.


L’opera è strutturata in 4 movimenti, Allegro moderato, Andantino affettuoso, Allegretto in tempo di serenata, Allegretto un poco vivace. L’interpretazione di Saggese è entusiasmante per una serie di ragioni.


Innanzitutto ho apprezzato ed apprezzo il coraggio di trovare ed utilizzare un suono chiaro, di grande nitidezza, quasi un suono del “passato” ma, al contempo, moderno per le sue sfumature e per la gamma timbrica.


Nella Sonata Clasica Ponce veste i panni di un compositore dell’800. Come fa notare Gilardino nelle sue note di accompagnamento al Cd, nonostante la dedica ed omaggio a Fernando Sor, nella sonata si trovano ben pochi elementi che facciano ricordare la musica del compositore spagnolo.


Sta di fatto che anche qui Saggese dà sfoggio di grande brillantezza assestando il tiro interpretativo trovandosi di fronte ad un’opera con un Dna molto più dinamico e brillante.


L’Allegro iniziale non ha cedimenti di alcun tipo e mantiene una tensione costante per tutta la durata del movimento. L’Andante ha un mood del tutto diverso. Si tratta forse di una delle pagine più belle scritte da Ponce, con un episodio di progressione centrale mirabile, reso con grande intensità da Saggese che non perde il focus nei movimenti successivi: il leggero Ménuet e l’Allegro finale estremamente ritmico e felice.

     

La Sonata romantica si apre con un Allegro moderato che mostra tutta la maestria di Ponce nell’imitare lo stile di altri compositori, nella fattispecie Franz Schubert, le cui sonate per pianoforte costituiscono il modello principale su cui si basa la struttura del primo movimento.


Saggese si mostra anche nella sua capacità di rendere alla perfezione un brano con una notevole componente melodica e che richiede all’interprete grande senso del fraseggio e della cantabilità.


L’Andante espressivo, ha una chiara trama polifonica su cui si staglia una melodia difficile da rendere adeguatamente con il nostro strumento e per la sua durata limitata dei suoni. Anche qui la sfida è vinta senza dubbi: Saggese è bravissimo a tenere sul filo dell’attenzione l’ascoltatore.

L’Allegretto vivo e l’Allegro non troppo e serioso sono all’altezza del cd e di notevole intensità dinamica e ritmica.


Chiude il Cd una brillantissima Sonatina meridional (Campo, Copla, Fiesta) eseguita come raramente mi accade di ascoltare. Anche qui, ma ormai non faccio che ripetermi, Saggese dà dimostrazione  di una maturità musicale rara e, diciamolo, preziosa.


Ci troviamo di fronte ad un chitarrista di grande livello, che ha tutte le caratteristiche per essere considerato tra i migliori della sua generazione: solidità tecnica assoluta, musicalità, profondità e un equilibrio che lo guida nel non farsi trasportare da questa sua sicurezza tecnica.


Cristiano Poli Cappelli




I Maestri della Chitarra

Manuel M. Ponce - 5 sonate

Christian Saggese, chitarra


SeicordE 139

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