Gli incontri di Piero Bonaguri

Dialoghi intorno alla chitarra

Intervista ad Antonin Vercellino



Piero Bonaguri


Caro Antonin, forse sai che ti porto ad esempio agli studenti di chitarra del mio conservatorio: esempio di come sia possibile costruire una professionalità interessante nel nostro settore anche senza sottoporsi alle procedure ritenute standard nel nostro ambiente (salvo sperimentare tante frustrazioni prima e durante, ed amari e postumi risvegli), come la obbligatoria vittoria a tanti concorsi di interpretazione, uniformarsi agli standard di "pensiero chitarristico" alla moda, eccetera.


Antonin Vercellino


Come Lei ha descritto con parole così belle, sono molto affezionato al mondo della musica ed in particolare a quello della chitarra. Ho potuto realizzare tanti progetti e cerco ora di raccontarli.


Prima di tutto vorrei dire che perseguo la carriera di insegnante di chitarra, per il motivo principale che amo questo lavoro. Ho già insegnato per quasi 10 anni, e questa è una parte della mia vita che mi affascina ancora.


Ti ho conosciuto, solo pochi anni fa, quando eri studente nella classe dell'amico Jesùs Castro Balbi al Conservatorio di Lyon; poco dopo ti ho accettato (un po' a fatica, lo ammetto: non sapevo dove metterti come orario...) per un periodo di pochi mesi come studente Erasmus nella mia classe a Bologna...


e poi... ho visto, certo, con piacere, che ti eri affezionato all'ambiente bolognese ed al mio insegnamento e continuavi a venire a trovarci alle verie Settimane della chitarra che il conservatorio organizza, o a qualche mio corso a San Marino, ma... ho anche notato come la tua attività professionale sia letteralmente esplosa in pochi anni!

Ti sei diplomato a Lyon, hai iniziato ad insegnare, hai fondato prima una, poi una seconda casa editrice e discografica, una rivista di chitarra, hai fondato la associazione Lyon Guitare Classique, e tante altre cose delle quali ci parlerai tu stesso.


Forse quindi sarebbe interessante capire, anche per i nostri studenti in cerca di una identità artistica personale e di una possibile strada per il loro futuro professionale, qual è la "molla", la spinta, cosa ti ha mosso a fare tutto questo, e seguendo quali criteri, con quali intendimenti ti sei mosso.


Oltre a questo, naturalmente, ti chiedo di raccontarci, in modo anche un po' dettagliato, le tantissime cose che hai fatto e stai facendo ed i tuoi progetti!

Cerco ora di fare tutti i passaggi del percorso per arrivare un giorno ad insegnare in conservatorio. Questo lavoro dell’insegnamento mi dà una sicurezza finanziaria che mi permette di essere libero nelle altre attività che svolgo.


Inoltre, parallelamente a questo lavoro sto estendendo la mia attività su tre principali settori:


- Il lavoro di concertista di chitarra.

- Éditions Habanera, una casa editrice che ho fondato e che è dedicata alla chitarra classica.

- Lyon Guitare Classique, un'associazione dedicata alla promozione della chitarra classica a Lione - la seconda città più grande della Francia (seconda come dimensioni, terza nella popolazione).

Ho iniziato tutte queste attività per un motivo molto semplice: sono quelle che mi hanno attratto di più nel campo della chitarra classica.

Avrei potuto scegliere altro: specializzarmi nella registrazione della chitarra, creare un’ orchestra di chitarre, interessarmi alla liuteria... eccetera - le possibilità sono tante. Ma a me piaceva pubblicare partiture ed organizzare eventi di chitarra.


Ho messo in primo piano lo studio della chitarra perché secondo me - e sono molto colpito da questa idea vedendo i maestri ed i bravissimi chitarristi d’oggi – lo studio quotidiano dello strumento è basilare ed essenziale per chi voglia essere ad un livello professionale nel mondo della chitarra. Il nostro strumento richiede veramente una disciplina nello studio ed abbiamo bisogno di questo per acquistare una credibilità e un clima di fiducia verso le nostre scelte artistiche.


Per iniziare a parlare della mia attività artistica (oltre allo studio della chitarra ed all'insegnamento, di cui ho già detto) parlerò delle Éditions Habanera.

Ho avuto l'idea di fondare una casa editrice quando ero a Bologna per il mio periodo di Erasmus con Lei. Ho visto il Suo lavoro con la casa editrice bolognese Ut Orpheus, e per “invidia” ho voluto portare questa idea a Lione, perché lì non c'era una cosa così.


Creare una casa editrice è stato difficile all’inizio: prima ne ho aperto una, poi una seconda, Éditions Habanera. È stato molto difficile capire il mondo del commercio, dei tipografi, la legislazione del settore, ma ho imparato dai miei errori (ce ne sono stati tanti!) e poco a poco ho iniziato a creare qualcosa di interessante per i chitarristi.


Ho iniziato le mie “vere” pubblicazioni con l'aiuto dei miei maestri di chitarra: Erick Laumet, docente a Montpellier, Jesùs Castro Balbi, docente a Lione, e Lei, docente a Bologna.  Abbiamo pubblicato, assieme a voi tre, materiale didattico, trascrizioni, composizioni originali, e questo mi ha aiutato a capire la strada che volevo percorrere con l’attività editoriale: fare una casa editrice semplice, accessibile a tutti a livello di prezzi, e capace di pubblicare - senza fretta - pezzi che a me piacevano e colpivano tanto, sia come musica in sé che come progetto e per l'aiuto che potevo dare a compositori e chitarristi.


E, poco a poco, questo punto di vista ha colpito altre personalità del mondo musicale: altri compositori, altri chitarristi.

Poi ho pubblicato altri pezzi: nuove composizioni di compositori contemporanei (Alessandro Spazzoli, Kilberic Deltroy, William Edery),  e adesso i progetti sono tanti! Mi rende molto felice vedere che cose iniziate solo con la mia energia hanno adesso una loro vita.


I progetti attuali sono molto interessanti.

Sto lavorando, con il bravissimo duo franco-bielorusso   Korsak - Collet, a progetti sulla musica da camera francese. Poi sto pubblicando un libro tratto dalla conferenza “La Guitare dans la vie d'Alexandre Tansman / La Chitarra nella vita di Alexandre Tansman” e scritto dalla figlia del compositore, Marianne Tansman - ne parlerò dopo.

Poi c’ė un progetto che è molto importante per me: sto scrivendo un libro sul grande Oscar Ghiglia. Lui mi ha concesso due giorni di interviste a casa sua ad Atene durante la Pasqua 2017 ed ora sto trascrivendo queste interviste: è un lavoro molto lungo e laborioso, che però mi piace tanto.


Ed infine, ho riscoperto 3 manoscritti originali con trascrizioni fatte dal chitarrista francese Alexandre Lagoya, (quello del duo Presti - Lagoya) e stiamo per pubblicarli con il figlio di Alexandre, Sylvain, e la nipote Isabelle Presti.

  L'altra parte della mia attività è l'associazione Lyon Guitare Classique, da me fondata nel 2015 e di cui sono presidente e direttore artistico. L’ associazione ha come obiettivo quello di promuovere la chitarra classica a Lione - con concerti, masterclasses e conferenze, presentazioni, eccetera.

L'idea mi è venuta perché a Lione non c'erano eventi dedicati alla chitarra classica, e così ho cercato di cambiare le cose.

Ancora una volta, ho dapprima osservato l'attività chitaristica in Italia - a Bologna, Alessandria, Piacenza ed in tante altre città dove ho ascoltato concerti di chitarra - e questo mi ha interrogato su come si potesse provare a fare queste cose in Francia ed a Lione.


L'organizzazione di eventi è facile in teoria, ma non in pratica.

Invitare un chitarrista è facile, ma è difficile trovare delle buone idee per gli eventi, colpire il pubblico, lasciare una traccia artistica di valore, avere una squadra di lavoro unita... Inoltre, la parte più complessa è trovare un aiuto finanziario: sponsor, mecenati, sussidi, insomma tutto il necessario per far vivere l'associazione.


Ogni anno ho provato a realizzare progetti di valore: far suonare chitarristi professionisti ma anche studenti di conservatorio, valorizzare la chitarra come strumento, i liutai, i negozi di chitarre.

Ho davvero tratto ispirazione dai festival di chitarra e da altri eventi che ho visto in Italia, ma anche dalle lunghe discussioni fatte con Lei sulla sua esperienza, mentre facevamo “due passi” a Bologna o a San Marino.

Col senno di poi posso dire che la conoscenza di questa esperienza mi ha davvero aiutato - non per ripetere cose che erano già state fatte, ma per continuare su una strada della chitarra che già stata iniziata.


Così ho invitato a Lione più di 15 artisti in 3 anni, e tra loro Isabelle Presti, Raffaello Ravasio, Erick Laumet, Lei, Alessandro Spazzoli e quest'anno Mireille e Marianne Tansman.


Ogni volta in occasione di questi eventi si riunivano insieme gli studenti, i docenti, i liutai e personalità della chitarra, e questa cosa succedeva a Lione per la prima volta.

Tutto questo ha fatto sì che io abbia trovato, poco a poco, dei “mecenati” colpiti dal mio lavoro e che mi hanno aiutato.

Adesso abbiamo un pubblico regolare e quest'anno abbiamo dodici chitarristi che lavorano come volontari nell'organizzazione (all'inizio ero da solo!).


Mi piace tanto l'organizzazione di eventi a Lione: vedo che il mondo della chitarra sta crescendo poco a poco ed è una ricompensa meravigliosa per me. Con il mio lavoro di docente, le edizioni, i chitarristi che conosco a Lione, i compositori, arrivo a creare un “circolo virtuoso”.


Per esempio ho invitato quest'anno le due figle del compositore Alexandre Tansman a venire a Lione per fare una conferenza sul loro padre. Ho chiesto loro di tenere e scrivere una conferenza intitolata “ La Chitarra nella vita di Alexandre Tansman” e Marianne Tansman ha fatto un magnifico lavoro. L' evento si é svolto in un bel locale del Municipio di Lione, ho commissionato per l’apertura della serata un pezzo per chitarra, “Hommage à Alexandre Tansman” al compositore lionese Kilberic Deltroy. (Il pezzo è ora pubblicato dalle Editions Habanera). Durante la conferenza abbiamo utilizzato chitarre del liutaio lionese Jasper Sender, ho fatto suonare chitarristi lionesi, ed anche una pianista - per avere maggiore varietà - ; i chitarristi hanno avuto il tempo e lo spazio per parlare con le figlie di Tansman al termine dell’ evento.


Tutto questo per me ha un senso e crea un ambiente favorevole per la chitarra. La riprova è che la sala era al completo, con più di 130 persone intervenute all’evento.


Sto parlando qui di cose già fatte o che faccio, ma sto costantemente interrogandomi su come fare a continuare queste attività in modo adeguato e pertinente nel prossimo futuro.


Ho anche molti altri progetti chitarristici, che mi sembrano meno importanti da raccontare qui, ma che sono però molto importanti per me. Per esempio sono docente in una rete inter-scolastica, tengo il maggior numero di concerti che posso come chitarrista, leggo molti libri sulla musica.


Tutte queste attività, che ho svolto e sto continuando  a svolgere, hanno creato il mio attuale punto di vista artistico. E spero di poter continuare così, con l'aiuto dei miei amici musicisti e l'abbraccio del mondo della chitarra. È il mio “circolo virtuoso” per me.


P.B.