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Novità discografiche

Omaggio ad Alvaro Company

1. Ballo per il barone di Casalotto (Alfonso Borghese)

2. Notturno (Alfonso Borghese)

3. Suite per Flavio (Flavio Cucchi)

I. Le campanelle in letizia

II. Exotique

III. Pulsating

4. Suite ritrovata (Nuccio D’Angelo)

I. Die Welt von Gestern

II. Metamorfosi

III. Hinting at a sarcastic waltz

5. A new ballad (Ganesh del Vescovo)

6. Las Seis Cuerdas

7. Anima Fluens (Silvano Mazzoni)

8. Fugato dalla suite No. 1 per due chitarre (Alvaro Company, Paolo Paolini)

9. Corni da caccia (Vincenzo Saldarelli)

10. Fuga a tre chitarre (Trio Chitarristico Italiano, Alfonso Borghese, Vincenzo Saldarelli, Roberto Frosali)


Alfonso Borghese, Flavio Cucchi, Nuccio D’Angelo, Ganesh Del Vescovo, Roberto Frosali, Silvano Mazzoni, Paolo Paolini Vincenzo Saldarelli,Trio Chitarristico Italiano, Duo Company – Paolini


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di Cristiano Poli Cappelli

Il cd oggetto di questa recensione ha un valore particolare perché è un omaggio ad un personaggio che riveste grande importanza nel nostro mondo chitarristico - e non solo - ed è un piacere poter approfondire ed ascoltare quella che è bella una sintesi della sua produzione.

     

Musicista di prim’ordine, Alvaro Company ottiene il suo diploma in composizione nello stesso periodo in cui studia chitarra con Andrès Segovia. Inizia fin subito una brillante carriera concertistica che lo porta ad esibirsi con alcuni tra i migliori musicisti in circolazione. Nel 1960 crea il corso di chitarra classica nel conservatorio di Firenze e sarà, da quel momento, chiamato ad insegnare nei più prestigiosi conservatori italiani. Chitarrista e musicista di primissimo livello porta avanti con energia l’attività didattica assieme a quella compositiva e concertistica, pur dovendo interrompere quest’ultima per un serio problema alla mano destra. Ritornerà al concertismo molti anni dopo.


La sua notevole e vasta attività lo conduce, in breve tempo, a sviluppare un approccio personale e profondo all’insegnamento, approccio che mette in risalto e cerca di armonizzare una serie di dinamiche relative a corpo, pulsazione, respiro, tempo, nel loro rapporto con l’interprete. Company darà a questo insieme di insegnamenti e conoscenze il nome di “biodinamica musicale”. Di grande importante è la sua attività compositiva: a partire dal 1960 scrive una lunga serie di opere di tipo didattico che continuerà fino al 1974. Appartengono al periodo successivo le opere, forse, di più grande rilievo che risentono fortemente anche delle sue idee sulla didattica e sul gesto stesso della performance: in sintesi i suoi studi inerenti alla biodinamica musicale. Molte di queste composizioni sembrano quasi avvolte da una visione “onirica” della musica e sono una sintesi di tutte le sue concezioni sulla didattica, sulla musica e sulla vita.


Le musiche contenute in questo Cd sono eseguite interamente da allievi di Company, nonché quasi sempre dedicatari delle opere stesse. Si tratta di alcune tra le composizioni più importanti del compositore italiano, scritte tra il 1963 ed il 2011. Si tratta di un periodo di tempo di quasi 50 anni in cui Company porta avanti una sua personale ricerca compositiva. Vi ritroviamo un Company capace di scrivere brani di ispirazione avanguardistica ma anche di notevoli capacità contrappuntistiche.

I primi brani presentati nel Cd e molto bene eseguiti da Alfonso Borghese sono il Ballo per il Barone di Casalotto (1991) ed il Notturno (1986). Entrambe le opere sono scritte senza prevedere mai note simultanee, quasi ad estremizzare una visione contrappuntistica ed “orizzontale”, visione in cui si fa ampio ricorso alla tavolozza timbrica della chitarra, quasi ad esasperare la distanza sonora e timbrica tra le diverse voci.

     

La Suite per Flavio (1991) appartiene allo stesso periodo di tempo dei precedenti brani ed è un opera ispirata dallo stesso stile interpretativo di Cucchi - “prorompente e fantasioso”, che la interpreta realizzandone senz’altro le intenzioni di Company. Si tratta di un’opera in 3 movimenti -  Le campanelle in letizia, Exotique e Pulsating - che sembra riecheggiare sonorità lontane ed oniriche grazie ad una scrittura tonale ma, allo stesso tempo, ambigua. Anche qui Company fa largo uso di un tipo di scrittura piuttosto idiomatica in cui sfrutta le mille risorse timbriche della chitarra come le campanelle, gli arpeggi con corde a vuoto, le percussioni.

     

La Suite ritrovata è un brano scritto tra il 1999 ed il 2011. La cellula originaria è rappresentata dal secondo movimento della suite, Metamorfosi, cui si aggiungeranno, nel 2011, gli altri 2 brani: Die Welt von Gestern e Hinting at a Sarcastic waltz. Si tratta di un’opera sicuramente ispirata dal dedicatario, Nuccio D’angelo, che la interpreta con notevole maestria. Il primo movimento Die Welt von Gestern (il mondo di ieri) è ispirato alla Vienna di G. Mahler; il secondo trova spunto da un tema monodico che, nel corso del brano stesso, subisce una metamorfosi evolutiva che lo trasforma quasi in un brano polifonico; il terzo movimento è un valzer ispirato esplicitamente alla figura di Stravinskij ma con una forte punto di vista personale. Abbiamo già usato il termine “onirico” per la musica di Company. In questa composizione, come nelle altre, sembra quasi che venga riversato il mondo di ricordi musicali di Company, che vengono richiamati in un’atmosfera sognante ed indefinita.


Ganesh del Vescovo è il dedicatario di A new Ballad, opera del 2011 e di Las Seis Cuerdas, una delle prime opere di Company, forse la più conosciuta. A new Ballad nasce da una piccola e di molto precedente opera chiamata Piccolo Jazz, ispirata a Duke Ellington. Da questa breve brano nasce la composizione presente in questo cd di chiara ed esplicita ispirazione jazzistica, di natura improvvisativa: quasi un tema con variazioni. Molto bella la lettura di Del Vescovo che ne asseconda il carattere improvvisativo e ne cura con estrema attenzion, come sempre, la varietà timbrica. Altrettanto ispirata è la sua interpretazione di Las Cuerdas in cui la varietà timbrica raggiunge un apice di notevole valore. Qui Company si spinge ad esplorare le differenze timbriche delle diverse corde del nostro strumento, portando l’interprete a fare altrettanto trattando le corde con una serie lunghissima di tocchi, angolazioni, echi, tecniche percussionistiche più o meno definite; ma vi troviamo, come abbiamo spesso visto accadere nelle opere di Company, citazioni rarefatte e visionarie di disegni jazzistici, flamenchi, improvvisativi.

     

Silvano Mazzoni è l’interprete di Anima Fluens (1991). Si tratta di una miniatura musicale che si muove in un ambito decisamente tradizionale, sia dal punto di vista tecnico che compositivo. È un delicato arpeggio molto rilassato ma con una sua pulsione ritmica piacevole ed estroversa, ben resa da Mazzoni che rende con efficacia l’interessante dialogo tra basso ed arpeggi sulle prime corde.

     

Corni da Caccia (1999), dedicata a Vincenzo Saldarelli, è un tentativo, ben riuscito, di esplorare un registro più grave della chitarra, anch’esso ispirato ad un’idea dell’immaginario onirico di Company stesso: in questo caso il suono dei corni di Beethoven. Come al solito, nella scrittura di Company, che non perde mai di vista una ricerca quasi ossessiva del suono e della sue diverse modalità di creazione, c’è un approfondimento notevole di tutto ciò che riguarda le tecniche scelte per l’esecuzione. In questo caso l’interprete deve cimentarsi per tutta la durata del brano con il solo uso del pollice, “costretto” a saltare temerariamente tra le corde gravi ai cantini, con le più disparate angolazioni ed articolazioni. L’interpretazione di Saldarelli è equilibrata e precisa tecnicamente come equilibrata e precisa è l’interpretazione di Fuga a 3 chitarre, interpretata dal Trio Chitarristico italiano. Anch’essa del 1999 è un’opera contrappuntistica, ispirata al rigore compositivo di J. S. Bach.

     

L’omaggio a Company si impreziosisce con una deliziosa interpretazione del 1960 dello stesso Company, assieme a Paolo Paolini, di un brano di Giovanni Battista Marella; il Fugato dalla Suite per due chitarre del 1760.


Si tratta di un Cd di cui è stato un piacere dare un’opinione in quanto rappresenta una importante testimonianza della bella musica di un compositore-chitarrista che ha fatto della didattica, della ricerca e della composizione per il nostro strumento una missione e a cui bisogna esser senz’altro molto grati.



Cristiano Poli Cappelli