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Novità discografiche


FROM CLASSIC TO JAZZ

Nexus Guitar Quartet

Paolo Bontempi, Roberto Fabbri, Leonardo Galluci, Luigi Sini, chitarre


Musiche di Stravinsky, Bartók, Milhaud, Gershwin

CD Da Vinci Classics C00048


Nuova incisione per il Nexus Guitar Quartet, formazione tra le più rappresentative del panorama internazionale della chitarra, che vede da anni uniti in un originale progetto artistico i chitarristi romani Paolo Bontempi, Roberto Fabbri, Leonardo Galluci e Luigi Sini.


Formatisi tutti alla scuola di Mario Gangi e Carlo Carfagna, i quattro interpreti hanno fondato il loro quartetto agli inizi degli anni ‘80, proseguendo poi sino ad oggi la loro attività in ensemble in una lunga carriera artistica costellata di successi.


Pubblicata dalla casa discografica giapponese “Da Vinci”, l’incisione si intitola emblematicamente From Classic to Jazz e presenta un programma eclettico e vario.


Come è noto il repertorio originale per l’insieme delle quattro chitarre non è particolarmente vasto, ma la formazione con la sua versatilità strumentale e timbrica ben si presta ad accogliere arrangiamenti tratti dalle più svariate fonti.


Il Quartetto Nexus ci presenta così delle efficaci e “intriganti” trascrizioni che restituiscono in una straordinaria trasfigurazione fonetica alcuni capisaldi del repertorio musicale novecentesco, in un ritratto che testimonia gli influssi classici, popolari e jazzistici che hanno animato opere di compositori come Stravinsky, Bartók, Milhaud, Gershwin.


Apre l’incisione la trascrizione della celebre suite tratta dal balletto Pulcinella di Stravinsky, opera in stile neoclassico su musiche attribuite a Pergolesi.


Il ritratto “napoletano” che anima la celebre pagina stravinskiana è restituito efficacemente nella trasposizione delle quattro chitarre (grazie anche ad una chitarra con maggiore estensione sui bassi utilizzata in organico), mettendo così bene in luce tutti i tratti cantabili e languidi unitamente agli aspetti più spumeggianti e briosi delle pagine. Stessa efficacia per la successiva suite delle Danze Popolari Rumene di Béla Bartók, dove le quattro chitarre sembrano restituire in pieno con il loro caleidoscopico utilizzo timbrico l’essenza più etnica e sospesa nel tempo delle suggestive pagine.


Il jazz fa invece capolino nei Trois rag-caprices scritti nel 1922 da Darius Milhaud in origine in una duplice versione, per pianoforte e per piccola orchestra jazz. Le sonorità jazzistiche e le ‘nuances’ brasiliane che animano la pagina ben si prestano alla restituzione per quattro chitarre e il quartetto Nexus assolve al compito con grande feeling e partecipazione.


Stesso discorso per i 4 Preludi di George Gershwin, opera per pianoforte pubblicata nel 1926 dove gli influssi della musica jazz e afro-americana la fanno pienamente da padrone. Qui l’eclettismo dei quattro interpreti romani emerge in pieno in esecuzioni ricche di verve e di sound jazzistico.


Eclettismo che traspare in pieno anche nella bonus track finale, un suggestivo arrangiamento etereo e sospeso della celebre chanson francese Les feuilles morts, che si chiude sfumando in una coda improvvisata: molto bello, come molto bella l’intera incisione, un disco da ascoltare e …riascoltare!


P.V.


di Piero Viti