La Cumparsita

 

DUE PAROLE SULLA TRASCRIZIONE

LA CUMPARSITA

Benvenuti al secondo appuntamento con la nostra rubrica di "Trascrizioni" e grazie a tutti quelli, insospettatamente numerosi, che mi hanno scritto per chiarimenti, impressioni, pareri o anche soltanto per complimentarsi per la rubrica e segnalarmi di aver gradito la precedente trascrizione.

Poco meno di un secolo fa (correva infatti l’anno 1916)  un giovane studente della facoltà di architettura iscritto all’università di Montevideo, (Uruguay) Gerardo Hernan Matos Rodriguez, detto  “Becho”, nella fumosa atmosfera del caffè “La Giralda” (oggi palazzo Salvo) del quale era abituale frequentatore come tanti altri suoi coetanei e colleghi, compose una piccola marcia dedicata al circolo di studenti al quale apparteneva.  Questo circolo era denominato ”La Comparsa” di Montevideo e lo studente pensò di intitolare  la marcia, per l’appunto in omaggio al suo amato circolo, la “Comparsita” titolo che venne poi modificandosi in “Cumparsita” così come noi oggi lo conosciamo. Questa melodia è, con ogni probabilità, il più significativo e rappresentativo brano della storia del tango; più che UN tango essa è IL tango per eccellenza. A conferma di questo assunto e con il Vs. permesso racconterò un breve aneddoto al quale ho assistito in prima persona ormai tanti anni fa.

Un frequentatore di una, all'epoca assai nota, sala da ballo, evidentemente con tasso alcolico già ben sopra la media tollerabile, chiese al direttore dell'orchestrina presente in sala di voler eseguire un tango. Immediatamente l'orchestrina partì con le prime note del pur celebre tango "A Media Luz" ma, quasi in sincrono, il ballerino che aveva effettuato la richiesta, invece di ringraziare principiò a strepitare ed inveire alla volta del direttore, dell'orchestrina, del proprietario e di chiunque gli capitasse a tiro.... Ci volle del bello e del buono per placarlo e quando finalmente si riuscì a comprendere le ragioni del clamore (a parte il tasso alcolico!) si appurò che egli era inviperito perché aveva chiesto il tango e l'orchestra, invece, eseguiva A MEDIA LUZ . Quel tale era convinto che la canzone "Cumparsita" si intitolasse "Tango". Era infatti la prima volta, nella sua pur lunga carriera di ballerino,  che ad una sua richiesta di tango l'orchestra attaccasse qualcosa di diverso da LA CUMPARSITA".

Ma veniamo alla trascrizione oggetto di questa seconda puntata.

L'arrangiamento è in La minore ed è, dal punto di vista tecnico,  classificabile come di media difficoltà. Le prime note introduttive vengono eseguite, ancora una volta, con la tecnica del palm muting e si limitano a portarci immediatamente dentro la prima parte, che si ripete due volte, e che rappresenta il tema principale del brano. Cercate di sottolineare la cadenza ritmica del tango magari evidenziando la differenza dinamica fra la prima (mp) e la seconda ripetizione (ff). A questo proposito segnalo che l'allegato Mp3 dovrebbe servire, nelle intenzioni dell'autore, semplicemente come punto di riferimento, anche perché non sempre segue pedissequamente la partitura.

La seconda parte, appena un pò più "tanguera" e virtuosistica fa uso del tremolo e di qualche arpeggio di biscrome (MI7 o Lam) e prelude alla terza parte che si potrebbe definire come un microscopico "tema variato" reiterando, come appunto fa, più volte il "canto" languido e sensuale eseguito dai bassi - curare l'aspetto ritmico a tango - e seguito, a seconda della variazione, da questa o quella differenza melodico\ritmica (tremolo, accordo, arpeggio etc) introdotte, ogni volta, dalle crome in palm muting.

La quarta parte invece, divisa, fondamentalmente in due distinti momenti, uno più "ritmico" e l'altro molto più meditativo, utilizza accordi di seconda, scale di ottava e cambi di posizione non sempre agevolissimi (mai, in ogni caso troppo difficili) nella prima parte e un canto accorato e triste (come appunto indicato in partitura) con arpeggi di semicrome al basso - in prima posizione - e qualche dissonanza evocativa (cercate di seguire, ad esempio nella battuta 117, col maggior scrupolo possibile le indicazioni di diteggiatura ad evitare di perdere l'effetto dissonante Mi sulla quinta e Fa sulla quarta che un pò caratterizza questa ultima parte).

Il brano si chiude con la ripetizione in ff del tema principale iniziale.

La dedica al M° Matarazzo rappresenta appena un piccolo acconto sul totale dovuto per l'enorme debito di riconoscenza che ho contratto con lui ed il cui saldo, certamente, non mi riuscirà mai di pagare per intero.

Alla prossima.

Alessandro Altieri

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La Cumparsita

A.Altieri, chitarra

di Alessandro Altieri

sandroaltieri@alice.it

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