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Angelo Gilardino

IL ROMANCERO GITANO DI MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO DA FEDERICO GARCIA LORCA


La poesia di Federico García Lorca ha esercitato una vera e propria fascinazione sui compositori del Novecento.

Un elenco delle musiche scritte su testi del poeta spagnolo, o comunque ispirate alle sue poesie e alle sue opere teatrali, occuperebbe molte pagine.


Mi limito a osservare che non sono stati soltanto compositori di madre lingua e di cultura ispanica a scrivere musiche vocali e strumentali




di Angelo Gilardino


lorchiane, ma anche – anzi soprattutto – compositori di altre nazionalità e culture.


Fra loro, spicca la figura del compositore fiorentino Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), che scrisse un ciclo di sette composizioni per coro misto e chitarra intitolato Romancero Gitano. Questo scritto prende in esame tale composizione, con il proposito di mettere in luce le relazioni esistenti tra il testo poetico e la musica.

MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO E LA LETTERATURA SPAGNOLA


Nato a Firenze nel 1895 da una agiata famiglia di banchieri, Mario Castelnuovo-Tedesco fu istruito da precettori privati e anche la sua precoce vocazione musicale fu inizialmente coltivata da un rinomato insegnante di pianoforte, Edgardo del Valle de Paz, che gli impartì lezioni a domicilio. In età adolescenziale, fu ammesso al Conservatorio della sua città, dove compì gli studi di pianoforte e di composizione.


Gli furono maestri Antonio Scontrino e poi Ildebrando Pizzetti. Il severo insegnamento di Pizzetti lasciò nella formazione di Castelnuovo-Tedesco una traccia indelebile, irrobustendo la sua fertile musicalità naturale con una formidabile tecnica compositiva,che contraddistinguerà tutta la sua opera.


Dopo un favorevolissimo sviluppo della sua carriera di compositore, che si svolse sotto il segno della buona sorte per almeno vent’anni, nel 1938 Castelnuovo-Tedesco fu colpito, come tutti i cittadini italiani di religione ebraica, dalle leggi razziali.

Reagì con prontezza e decisione e, nel 1939, scelse la via dell’esilio. Si stabilì con la famiglia negli Stati Uniti, dapprima, brevemente, a Larchmont, vicino a New York, e poi a Beverly Hills, dove trovò lavoro come autore di musiche da film (principalmente in veste di ghost writer) e dove, in seguito, divenne ricercatissimo insegnante (parecchi famosi autori di musica da film hollywoodiana studiarono con lui).


Assunta la cittadinanza statunitense, trascorse la seconda parte della sua esistenza in California. Continuò la sua intensa attività compositiva scrivendo opere, musiche per orchestra, formazioni da camera, strumenti solisti e molte liriche per voce e pianoforte. Si spense nella sua casa di Beverly Hills nel 1968.


Nella sua opera, a partire dal 1932, anno in cui incontrò a Venezia Andrés Segovia, ebbe grande rilievo la chitarra, per la quale egli compose numerosi pezzi solistici, due Concerti, un Quintetto con archi e musica da camera.


Poliglotta fin dall’infanzia, Castelnuovo- Tedesco parlava e scriveva correttamente in spagnolo, e familiarizzò con la cultura ispanica, coltivando una vasta messe di letture in lingua originale. Oltre che di Segovia, fu amico di Manuel de Falla e di altri musicisti spagnoli.


Si può quindi concludere che la sua musica fu alimentata anche da una appassionata consuetudine con l’arte,

la musica e la poesia spagnola.


Poliglotta fin dall’infanzia, Castelnuovo- Tedesco parlava e scriveva correttamente in spagnolo, e familiarizzò con la cultura ispanica, coltivando una vasta messe di letture in lingua originale. Oltre che di Segovia, fu amico di Manuel de Falla e di altri musicisti spagnoli.


Si può quindi concludere che la sua musica fu alimentata anche da una appassionata consuetudine con l’arte, la musica e la poesia spagnola.


Nel catalogo della sua opera, oltre al lavoro di cui mi occupo, figurano infatti le giovanili Coplas (su testi di antiche poesie popolari), i Romances viejos (su testi poetici medioevali) per voce e pianoforte (con versioni anche per voce e chitarra), la raccolta per narratore e chitarra Platero y yo, su prose liriche di Juan Ramón Jiménez, la collezione di brani per chitarra sola intitolata 24 Caprichos de Goya, ispirata alle acqueforti di Francisco Goya y Lucientes, la suite per chitarra sola intitolata Escarraman, ispirata agli Entremeses di Cervantes, e altri brani minori, quali la Tonadilla sul nome di Andrés Segovia. 1



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1. Le notizie biografiche sull’autore sono tratte da: MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO, “Una vita di musica”, Firenze, Cadmo editore, 2005. L’autore di questo scritto ha tuttavia fatto riferimento al dattiloscritto originale dell’autore, in suo possesso.