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CUCCHI


Pag.20 - Gli anni 2005-2008

La pagina di Flavio Cucchi

F.Cucchi

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di Flavio Cucchi


Riprendo dopo alcuni mesi di pigrizia (e di altri pesci da friggere...)

Ero arrivato al 2005, ma guardando i documenti dell'epoca sono saltate fuori un altro paio di cose per me significative accadute in quell'anno.



Boccherini


Nella edizione di Settembre Musica del 2005,  duecentesimo anniversario della morte di Luigi Boccherini, è stata messa in programma l'integrale dei suoi quintetti con chitarra, da eseguirsi  nel prestigioso Teatro della Pergola di Firenze.



Gracias a la vida


Si trattava di una serata di gala organizzata al Teatro Regio di Torino.

In questo particolare evento, nato con lo scopo di sensibilizzare il pubblico sull'abuso di droghe psichiatriche ai bambini, si esibivano artisti di alto livello nei vari generi musicali: il jazzista Giorgio Gaslini, Angelo Branduardi, Anna Oxa, il pianista Andrea Lucchesini, il soprano Daniela Dessì, la danzatrice Luciana Savignano e il quartetto Gomalan Brass.


Mi avevano chiesto di fare, oltre al mio intervento da solista


Gli otto Quintetti arrivati fino a noi (dei dodici che aveva composto) sono stati divisi in tre serate e affidati a tre organici diversi: a Ganesh Del Vescovo con il Quartetto Alkman è toccato il Quintetto n.1,6 e 7; a Nuccio D'Angelo con il Quartetto di Fiesole il n.5 e 8 (la Ritirata di Madrid)  e a me con il Quartetto Fonè il n.2, 3 e 4 (il celebre Fandango).


E' stata una bella immersione nella musica di Boccherini e, come al solito, lavorare insieme a  bravi musicisti fa sempre imparare qualcosa di nuovo.

Alternare i concerti solistici ad esperienze diverse mi fa sempre bene.


Non mi piacerebbe un'attività fatta esclusivamente di recital, sarebbe una vita di solitudine che dopo un po' non mi basterebbe. E' anche vero che non potrei fare a meno dei recital solistici perché  è una dimensione intima e intensa che mi piace troppo.


A mio parere un equilibrio tra solo e gruppo è la soluzione migliore per la salute artistica.


Visti i miei trascorsi apprezzo anche, quando capita, un'incursione in generi diversi come è successo alla fine del 2005  quando  la mia amica Elisabetta Armiato, celebre Etoile della Scala, mi ha chiesto di partecipare ad un evento particolare.


anche qualcosa insieme ad Anna Oxa, cosa che ho accettato volentieri.


Non ricordo se sono stato io o la Oxa a suggerire il pezzo da suonare insieme, ma in qualche modo abbiamo scelto la struggente “Gracias a la vida” di Violetta Parra.

Ci siamo incontrati per una breve prova il pomeriggio stesso del concerto e l'abbiamo eseguita.



È stata una esperienza breve ma molto stimolante.

Mi sono divertito molto a passare per un po' dalla parte dell'arrangiatore: ascoltare la scarna versione originale della Parra e pensare a un modo diverso di “vestirla”, mi ha dato una fresca sensazione di libertà.


L'ambiente e il modo di fare musica nel campo della “leggera” è più immediato e c'è molta più libertà creativa, visto che non si deve tener conto di partiture, prassi interpretative, paletti e regole da rispettare.


Certamente l'interprete ha uno spazio creativo anche nella musica classica, ma è molto più stretto, data la maggiore complessità tecnica, lo sforzo di memoria, il controllo e l'impegno richiesti per realizzare una buona interpretazione.


Anche suonare con Anna è stata una bella esperienza: molto brava e sicura di sé, la cosa che mi ha più colpito è il suo grande carisma.

C'è poco da fare, quando un artista resiste sulla scena per anni, specialmente nel mondo pressante della musica leggera, deve avere una marcia in più.


Anna è una vera star e indossa il suo ruolo alla perfezione.

In seguito il suo agente mi ha ricontattato per un eventuale progetto discografico ma poi la cosa non è andata in porto, ci siamo scambiati qualche augurio per le feste ma non ci siamo più visti.




Israele


La prima cosa degna di nota del 2006 è stato un giro di concerti (6 concerti in 10 giorni)  in Israele dove ho trovato un pubblico colto e interessato.

Malgrado la difficile situazione politica che obbligava ad un'allerta costante (militari armati dovunque, frequenti controlli nel bauli delle auto etc.) non si percepiva paura nella gente, che non perdeva il suo particolare senso dell'umorismo. Ho sentito più barzellette sugli ebrei in Israele che in tutti gli altri paesi del mondo.


Tel Aviv, la fascinosa Gerusalemme, Jaffa e dintorni, gli ebrei ortodossi con i cappelli neri e i riccioli, l' Hummus… non mi stancavo di osservare dall'interno questa cultura così particolare, questo popolo dalla storia così unica nel bene e nel male.


Tra le altre cose ho avuto l'occasione di visitare e tener un concerto nel teatrino di un Kibbutz. Qui provo l'acustica.

Dopo il concerto un anziano Kibbutznik mi ha accompagnato in giro mostrandomi il luogo.


Creato negli anni '30, i primi arrivati avevano trovato un desolante deserto di pietre (mi ha mostrato le foto) e in pochi decenni l'avevano trasformato in un grande giardino pieno di fiori e alberi da frutto. Nel tempo della sua istituzione il Kibbutz osservava rigidamente le regole del collettivismo: nessuno possedeva nulla di personale, nemmeno i vestiti, che quando erano sporchi venivano buttati nel mucchio da lavare e cambiati con altri scelti a caso dal mucchio dei quelli puliti. Anche i bambini erano “collettivi” e non potevano vivere con i genitori.


Io che tendenzialmente sono individualista, dentro di me ero assai perplesso, ma non potevo non ammirare un sistema capace di creare una simile metamorfosi in un ambiente così arido e ostile.


Quando ho esclamato che quel posto mi sembrava un paradiso, il mio amico si è messo a ridere e mi ha raccontato questa barzelletta (ve la faccio breve):

Un tizio muore e va in paradiso. Dopo un po' si stufa di arpe e cori degli angeli e chiede a San Pietro di poter visitare l'inferno. Viene accontentato e trova un ambiente in stile movida: belle donne, musica a tutto volume e cocktail a volontà. Tutto eccitato torna in paradiso e chiede di essere trasferito lì definitivamente, ma quando si riaprono le porte dell'inferno trova una situazione del tutto diversa: diavoli coi forconi e fuoco dappertutto! Si mette a protestare ma Belzebù gli dice: ”amico, prima eri un turista, ora sei un residente!”


California


Tornato in Italia ho tenuto diversi concerti ancora con il quintetto d'Archi, il Trio e da solo, ma  poi in agosto sono ripartito per gli USA per alcuni concerti in California.

Ero già stato altre volte in quello Stato: ad ora posso dire di conoscerla, (anche se superficialmente), da San Francisco a San Diego.


Qualche anno prima la mia brava segretaria mi aveva organizzato una serie di concerti a San Francisco, Sacramento, Davis e altre città sulla costa.

Aveva anche provveduto a trovarmi una base (una casa e una auto) a Pacifica, un bel posto sull'oceano vicino a SF.


Da Pacifica prendevo la mia auto e viaggiavo tra le varie città con la radio a tutto volume che trasmetteva musica West Coast o musica Ranchera. Che senso di libertà! Me la sono proprio goduta!


Il viaggio da San Francisco a Los Angeles in macchina me lo sono fatto 2 volte (in due viaggi diversi, naturalmente).

Si può usare la Highway 5, un po' all'interno, oppure la Highway 1 che costeggia il Pacifico e che passa da Big Sur, la località resa famosa dal romanzo di Kerouak. (uno dei miti della mia gioventù)


“The more ups and downs, the more joy I feel. The greater the fear, the greater the happiness I feel.”

Jack Kerouac, Big Sur


Sono stato in California molte volte, anche nel decennio successivo, specialmente a Los Angeles e San Diego.

Quando mi trovavo a Los Angeles


sempre ospite nella bella casa di Hollywood del mio carissimo amico il pianista Mario Feninger, figlio della chitarrista compositrice Teresa De Rogatis (oggi più nota ai chitarristi italiani per il CD della brava Clara Campese).

Ho dei bellissimi ricordi delle lunghe chiacchierate con lui, uomo intelligente, coltissimo, che parlava un Italiano che sapeva di antico “mi duole che tu non possa restare ancora un po'” oppure “Ti chiamo una vettura per portarti all'aeroporto”…


Purtroppo se ne è andato anche lui nel 2016 a 94 anni.



La prima volta che ho suonato a Hollywood è stato negli anni '90 quando ho incontrato Chick Corea, ma ho avuto altre occasioni in cui ho potuto conoscere altri artisti.

Con la cantante pop Jeannie Deva e l'attrice Marisol Nichols, famosa per le varie serie TV (24, o "The Gates - Dietro il cancello" The Gates - Dietro il cancello, o "Amiche nemiche (serie televisiva 2012)" Amiche nemiche, o "NCIS - Unità anticrimine" NCIS - Unità anticrimine etc.)


Ancora con Marisol

e con l'attore e imitatore Jim Meskimen.


Dal 2005 al 2015 forse è stato il periodo più ricco di viaggi della mia vita.


Tornato in italia, sono presto ripartito per l'Asia: mi aspettava l'International Guitar Festival di Singapore 2007.


Singapore


Avevo già suonato qui nel '96, nel 2000 e nel 2003 e cominciavo a sentirmi di casa.

Ho avuto occasione di rivedere il vecchio amico giapponese Shinichi Fukuda e ho conosciuto l'emergente francese  Thibaud Cauvin.


Eccoli qui dopo il mio concerto con anche Bernard Maillot, patron della Savarez.

qui con il brasiliano Ze' Paulo Becker e a pranzo con il liutaio Masaki Sakurai,  erede del celebre Masaru Khono.

(Continua...)

Susy Bellucci.


Il 2008 si apre con un mio intervento su RAI3 nella trasmissione Il Dottor Djembè, invitato dal noto pianista Stefano Bollani, ora diventato una star internazionale.


Avevo conosciuto Stefano anni prima in una delle mitiche feste dell'Estate nel giardino di Susy Bellucci e Giulio Clementi.


La talentuosa cantautrice Susy Bellucci è stata una mia carissima amica che purtroppo ci ha lasciato recentemente e che mi manca molto.

https://www.giornaledellamusica.it/news/addio-susy-bellucci

Insieme al compagno Giulio Clementi, anche lui personaggio creativo, musicista e pittore di grande qualità, hanno dato vita per anni a feste memorabili, a cui partecipavano moltissimi amici artisti che si esibivano a turno dando vita ad un ricco evento musicale  che durava fino a tarda notte.

Susy con Bollani, Irene Grandi e Manuela Bollani,  qui con Dolcenera, Irene Grandi e Manuela Bollani, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti (Musica Nuda)

Susy, oltre ad essere una ottima cantante e autrice,  era una persona di qualità: intelligente, ospitale, di buon gusto e di una presenza sempre gradevole.

Amante del cinema era amica di Fellini ed era espertissima sull'argomento.

Frequentavo spesso la casa di Susy e Giulio, una bella casa piena di libri, quadri e di musica e ho partecipato ad alcune sue produzioni discografiche, di cui Giulio (qui con Bollani) curava arrangiamenti e registrazione.


https://giulioclementi.wixsite.com/cantieridimusica001/copia-di-g-clementi


Nel mio ultimo CD (Flavio Cucchi plays Chick Corea  etc. -  Naxos) ho incluso le belle  “Tre danze da balera” di Giulio Clementi, che mi ha dedicato.


Repertorio


In questa seconda parte degli anni  2000 ho ripreso il programma di Geminiani con il Trio di cui ho già parlato (Società del Quartetto di Milano ecc.) Poi ho suonato con il Quintetto degli Archi di Firenze, sia il programma classico che quello più pop.

Le 7 Canzoni dei Beatles nella elaborazione di Leo Brouwer per chitarra e archi erano le più richieste e nel concerto di  Sanremo, in Luglio del 2005, una parte è stata ripresa da RAI1 https://www.youtube.com/watch?v=i5KbreJxcMc


Per quanto riguarda i recital solistici, ne ho fatti diversi in Italia, poi ancora in USA e Asia.

Sono andato a vedere cosa suonavo in quei tempi e mi sono accorto che, a parte i pezzi che Chick Corea mi aveva dedicato, e Blue di Sidney, non presentavo altra musica contemporanea e preferivo fare programmi vari, che partendo dal barocco toccavano il classico, le trascrizioni degli autori spagnoli (che avevo fino ad  allora trascurato) e altre novità per me, come la  musica popolare sefardita.


Questo sono 2 programmi di quegli anni:


Nuovi territori


Nel 2008 ho poi suonato per la prima volta in tre nuove aree geografiche: Slovenia, Russia e Tailandia, ma per ora mi fermo qui.