Voce 'e notte

 

DUE PAROLE SULLA TRASCRIZIONE

La trascrizione è stata pensata in una tonalità molto agevole per il chitarrista (Mi) ed utilizza, non solo nel modo minore, l’intervallo di seconda, perché mi è sembrato il più adatto ad esprimere la tensione accorata ed il tormento d’amore che trasudano dalle liriche. Tranne qualche passaggio non proprio agevolissimo si può catalogarla fra le cose di medio-bassa difficoltà e, con un pochino di applicazione, tutti potranno suonarla con sufficiente fluidità.

Si parte con l’introduzione che, come poco sopra accennato, giocando con le seconde (si-do sull’accordo di Lamin e fa#-sol su quello di Mimin) cerca di riproporre lo stato d’animo del poeta sotto i balconi di Via S. Teresa e “prepara il terreno” a quella che sarà la protagonista assoluta, per quanto mai nominata, mai meglio identificata, sempre ombra con-fusa alle ombre della notte,  dell’intera canzone: “La Voce”

Si 'sta voce te scéta 'int''a nuttata,

mentre t'astrigne 'o sposo tujo vicino...

Statte scetata, si vuó' stá scetata,

ma fa' vedé ca duorme a suonno chino...

Una piccolissima cadenza sull’accordo di Si7 ed eccoci nella parte maggiore (seconda fa# - sol#) del brano, più “aperta” ed “aerea” come si addice al modo maggiore che, però, dura solo un attimo, come troppe cose della vita e “comm’all’ammore ca me diste tu” per poi ripiombare, immediatamente, nella parte struggente ed accorata (accordo di la minore – intervallo di seconda si-do)

Nun ghí vicino ê llastre pe' fá 'a spia, 

pecché nun puó sbagliá 'sta voce è 'a mia

E' 'a stessa voce 'e quanno tutt'e duje,

scurnuse, nce parlávamo cu 'o "vvuje".

Non serve andare alla finestra! Non puoi sbagliare! E’ la mia voce (a noi piace pensare “col sostegno della chitarra” compagna di (s)ventura e di notti magiche) quella che sta urlando sottovoce il tuo nome, straziata dalla tua assenza, trafitta dal ricordo, dilaniata dal desiderio.

L’introduzione, come all’inizio, si ripete con gli accordi di seconda ma con il canto all’ottava sotto e, subito dopo, l’immancabile tremolo canta entrambe le parti (maggiore e minore di strofa e ritornello) prima di sfociare nel finale ad armonici, che ripropone una frase melodica ormai entrata “di diritto” a far parte della canzone, pur se non presente nella versione originale.

Si 'sta voce, che chiagne 'int''a nuttata,

te sceta 'o sposo, nun avé paura...

Vide ch'è senza nomme 'a serenata,

dille ca dorme e che se rassicura...

Sempre la Voce, ombra e non persona, ectoplasma e non essere umano, a questo punto “si scioglie in pianto”, di disperazione e rassegnazione allo stesso tempo. L’amore ormai è perduto ed è inutile la mia presenza qui. Rassicura lo sposo, non è diretta a te la serenata, sarà qualcuno che piange chissà che “’nfamità” … chi glielo farà fare?

La Voce, che già non aveva corpo, perde anche l’anima ed esce di scena, nebbiolina che sfuma evaporando sotto la luce tremolante di un lampione, speranza smarrita e soffocata dal silenzio della notte, ultima nota spezzata di accordo dissonante…

“… Sarrà nu’ pazz ca more ‘e gelusia

Chi po’ sapé che sta chiagnenno a ffa’ …?

La storia racconta come finì la cosa. Il Corbara, già settantacinquenne e non in perfetta salute, venne ulteriormente ed in breve tempo debilitato dalle fatiche del matrimonio e mancò circa due anni dopo le nozze. La vedova, appena diciannovenne, ebbe la possibilità di convolare a giuste (?) e nuove nozze con il Nicolardi, coronando così il suo primo sogno d’amore, soprattutto grazie alle ingenti ricchezze ereditate. Non per nulla un vecchio aforisma recita: - “ Le donne si invaghiscono dei poeti, fuggono coi cavalieri e si sposano coi ricchi!”

Chissà che, per l’Autore, non sarebbe stato, invece, meglio restare per sempre sotto il balcone di via S.Teresa a crogiolarsi nel dilemma se vivere “tutt’o turmiento e’ nù luntan ammore” o sposarsi e sciogliere ogni dubbio, trasformando, nel rapido volgere di una breve stagione, tutto “l’ammore” in un “turmiento antico”? 

Sempre la storia ci dice che ebbero otto figli, vissero, come in ogni fiaba che si rispetti, a lungo, in salute, ricchi, felici e contenti.

Non dice se insieme, però!!… J

………..

Grazie per avermi sopportato anche stavolta.

Un e…bbraccio a tutti.

Alessandro Altieri
























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di Alessandro Altieri

sandroaltieri@alice.it