Notizie dalla Germania

a cura di Gisbert Watty

YARON DEUTSCH

12 Etudes per chitarra elettrica a Darmstadt



Sono stato invitato per la seconda volta a tenere il corso. E’ un’occasione molto bella perché si può lavorare in condizioni eccezionali. L’ambiente che ti circonda è stimolante, creativo. Ci sono musicisti e compositori di tutto il mondo, ognuno con le sue idee ed il proprio stile. L’infrastruttura è ottima, c’è la possibilità di realizzare progetti ambiziosi, forse anche visionari. E questa è un’ottima base per gli studenti che si devono mettere in gioco. Uno degli aspetti importanti dei corsi di Darmstadt, in aggiunta alle numerose proposte preparate, sono lo scambio spontaneo, lo sviluppo e la realizzazione di nuovi incontri musicali.


Ho avuto 13 studenti quest’anno. La possibilità di “imparare uno strumento” nello spazio di due settimane è veramente limitata. Ecco che il focus principale va allo studio della musica in generale, la comunicazione, la musica da camera, la performance. La maggior parte di noi cerca di trovare una strada artistica chiara e personale ma ovviamente è facile perdersi in questa ricerca estetica. Bisogna mantenere la testa lucida anche nelle situazioni più sperimentali. Proprio per questo ho sviluppato un’idea molto strutturata per il corso di quest’anno.



Come è nato il progetto dei 12 “Etudes” per chitarra elettrica? Nel testo di presentazione, ti colleghi esplicitamente al ciclo di Studi di Villa-Lobos, un’opera che ha rivoluzionato la visione della chitarra classica.


Sviluppando un progetto nuovo cerco sempre di rimanere in contatto con varie radici musicali. La linea di continuità dal passato al futuro dovrebbe sempre essere ben delineata. Quando entri nel mondo degli Studi di Villa-Lobos vedi il futuro che ha cambiato lo strumento ma anche come questa musica rimane ancorata al passato. La sua ossessione per Bach è ovvia. Mi interessa avere un contesto storico e mi piace creare qualcosa che servirà la comunità dei chitarristi anche nel futuro.


L’idea degli “Etudes” non viene da una mancanza di repertorio dello strumento. Durante il corso del 2016 avevo constatato la difficoltà, la sfida a studiare a fondo composizioni lunghe e complesse nello spazio limitato di due settimane. Alcune volte mancava la piena espressione delle caratteristiche specifiche di un’opera. Meglio fare poco e bene! E così ho pensato ad un gruppo di composizioni brevi, concentrati su aspetti particolari della tecnica esecutiva, della performance o nella scrittura per lo strumento. Poi, come succede quasi sempre, alcuni pezzi si sono allungati e sono andati oltre la dimensione pianificata. E gli studenti hanno realizzato un ottimo lavoro.


12 Etudes per chitarra elettrica a Darmstadt


Yaron Deutsch, nel mese di luglio, ha tenuto il corso di chitarra ai Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt. Gli studenti del corso sono stati coinvolti in due progetti molto particolari:


1) Asia Ahmetjanova, Yuan Yu, Sylvain Marty e Juan Gomez hanno scritto nuove composizioni (8-10 minuti) per chitarra classica, contrabbasso, elettronica ed un altro strumento a scelta (clarinetto, viola o fisarmonica).



2) Sono stati commissionati 12 nuovi “Etudes” per chitarra elettrica, pezzi brevi che idealmente dovrebbero formare un ciclo simile a quello iconico degli Studi per chitarra classica di Heiter Villa-Lobos.


Non ho potuto assistere né alle lezioni né al concerto dei pezzi del primo progetto, ma ho seguito con interesse e curiosità il lavoro sul secondo. E dopo il concerto del 25 luglio alla Akademie für Tonkunst volevo saperne di più:


A colloquio con Yaron Deutsch


Ciao Yaron, ci puoi raccontare qualcosa sui corsi di

Darmstadt?

compositori. Ed il confronto fra autore ed esecutore è fondamentale per la comprensione del testo. Con un risultato finale molto positivo.


Avevo contattato i compositori 18 mesi prima. Abbiamo cominciato cercando un collegamento fra l’estetica personale e l’idea dello “Studio” nella musica d’oggi. Alla fine, ogni autore ha scelto un uso limitato di effetti e/o tecniche esecutive. Alcuni esempi: Christopher Trapani focalizza sull’uso di un delay molto lungo di 4 secondi, Clemens Gadenstaetter sul pedale Whammy. Il brano di Billone sfrutta le incredibili potenzialità offerte dalla possibilità di variare il timbro con la mano sinistra mentre la destra cambia i pickups. Certe frasi cominciano con il pickup del ponticello e finiscono con quello della tastiera creando un’incredibile varietà di colore. Altri compositori hanno usato oggetti come il bottleneck, Avshalom Ariel ha amplificato solo i suoni prodotti a sinistra del dito che preme ed Elena Rykova ha utilizzato un gran numero di oggetti di sfregamento per produrre il suono.



Le opere, adesso, saranno a disposizione di tutti?


Certo, aspetto la stesura definitiva dei pezzi e spero di pubblicarli tutti insieme. Alcuni pezzi sono ancora in fase di revisione dopo il lavoro a Darmstadt e poi ci vorrà un po’ di tempo per ottenere tutti i permessi necessari. Alcuni compositori sono legati con contratti esclusivi a varie case editrici e riunirli insieme non è facile. Spero di riuscire a concludere il progetto entro il 2019.


Tu, personalmente, suoni ogni tipo di musica contemporanea o hai delle preferenze stilistico estetiche?


Sono un interprete che non tenta di suonare tutto. Quello che scelgo di suonare mi definisce come artista, altrimenti sono solo delle dita da affittare. Lavoro con un numero limitato di collaboratori, così riesco ad esprimere al meglio la mia personalità. L’Ensemble Nikel, per esempio, ha suonato soltanto 20 - 30 pezzi in 10 anni, ma queste opere sono veramente il nostro repertorio e li ripetiamo spesso. Come solista non mi interessa suonare tutto quello che è stato scritto solo perché esiste. Ci sono 15 - 20 compositori come Chaya Czernowin, Stefan Prins, Marco Momi, Pierluigi Billone, Rebecca Saunders, Philippe Hurel, Andreas Dohmen con i quali ho lavorato e con i quali voglio continuare a fare musica. Mi piace approfondire le cose.


Quali autori hai scelto e con quali criteri?


Volevo garantire un’ampia varietà di stili ed estetiche e così ho scelto 4 autori affermati, 4 talenti emergenti, e 4 compositori promettenti, selezionati da un elenco di candidati che volevano partecipare al progetto. In ordine alfabetico sono:


Avshalom Ariel - All the boys forgot about you

Pierluigi Billone - AN NA (Bars 34 - 72)

Chaya Czernowin - Black Flowers

Andreas Dohmen - (No title)

Clemens Gadenstaetter - Studies for a Portrait

Matthew Grouse - Pressed Steel

Patricia Martinez - C'est l'amour

Elena Rykova - Zigzag to Callisto

José Maria Sánchez Verdú - YAD

Rebecca Saunders - Study (metal bottle necks)

Oliver Thurley - Polynya

Christopher Trapani - Single Coil


Ogni studente ha preparato tre Studi a scelta, potendo lavorare a Darmstadt anche direttamente con i

Foto   ©danielpufe.com


Hai pubblicato recentemente con Kairos “Sgorgo Y . N . oO”, un Cd da solista, dedicato alla musica di Pierluigi Billone. Tre pezzi della durata complessiva di più di 74 minuti…


E’ stato un lavoro che si è protratto per molti anni. Avevo chiesto a Pierluigi di scrivere un pezzo per chitarra elettrica. Lui era interessato ma aveva anche dichiarato che doveva trovare un’idea. Per due anni non è successo niente, ci siamo incontrati spesso parlando di musica, della vita o di tante altre cose. Nel 2012 ha cominciato a scrivere ed un anno dopo mi ha consegnato la partitura dicendomi che voleva continuare subito con un altro. Aveva già sviluppato l’idea dei tre pezzi. Ed aveva aggiunto, una cosa insolita e molto bella, di eseguirlo dove e quando volevo io, senza alcuna fretta. Ho cominciato nel 2013 e poi ogni anno ho studiato una nuova parte.

Ognuno dei tre pezzi ha una natura diversa. Il primo sfrutta le possibilità del “whammy bar”, il secondo gli effetti ed il terzo utilizza un suono sintetico di base con una manipolazione continua. Lo si può definire un’opera epica, un’indagine veramente profonda delle possibilità dello strumento, paragonabile al corpus di pezzi per flauto di Sciarrino o ai quartetti d’archi di Ferneyhough.  



Dunque, il punto di partenza non era quello di Julian Bream che chiese a Henze un’opera per chitarra dall’impatto rivoluzionario e dalla dimensione paragonabile alla “Hammerklaviersonate” di Beethoven: la futura “Royal Winter Music”.


Non credo che si possano pianificare a tavolino composizioni con un impatto storico sul repertorio. Questi tentativi sono destinati a fallire. Le opere importanti nascono a sorpresa. Ho sempre creduto, dopo tanti anni di incontri e colloqui, che Pierluigi fosse la persona giusta, con una profonda comprensione per lo strumento. Ha capito benissimo quello che io credo siano le limitazioni della chitarra elettrica, per esempio la trappola del retaggio rock, che è un vero peso sulle spalle e molto difficile da evitare. Lui è in grande sintonia non solo con l’aspetto psicologico ma conosce in profondità tutte le potenzialità della chitarra. E’ un grande compositore, uno che può scrivere qualcosa di nuovo.

Ho eseguito i pezzi separatamente dal 2014 al 2016. Nel frattempo, Pierluigi aveva già impiegato la chitarra con una parte molto importante nel brano “Ebe und anders” per 7 strumenti e nel 2015 ha scritto “OM. On” per due chitarre elettriche che ho poi eseguito e registrato per Kairos insieme a Tom Pauwels.


LINK:

http://ensemblenikel.com

http://www.pierluigibillone.com/en/texts/yaron_deutschs_sgorgo_interpretation_some_relevant_topics.html

http://internationales-musikinstitut.de/en/ferienkurse/



G.W.


Pierluigi Billone - Sgorgo Y live in Darmstadt - Yaron Deutsch

Enno Poppe - Fleisch (2017 - World Premier) - Ensemble Nikel

Philippe Hurel Loops I version for electric guitar - Yaron Deutsch